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Qualche tempo fa feci un sogno.

Una voce, esterna a me, mi parlava.

Sapevo bene che non c’era nessun altro nella stanza e quella voce non avrei dovuto sentirla.

Non era una voce cattiva, non era aggressiva, ma solo il fatto di sentirla mi faceva crescere un’angoscia interiore intensissima che non faceva che aumentare.

Il suo parlare non era continuo, ma anzi, mi parlava ad intervalli regolari di 3-4 minuti.

Così quando iniziavo a sperare che avesse smesso, ecco che ricominciava, per poi fare di nuovo una pausa e poi di nuovo ricominciare.

Era terribile.

Durante il sogno decisi di provare a fermala.

Nel corso dei miei studi e delle mie personali intuizioni, ho appreso come il fenomeno del sentire le voci non sia necessariamente attribuibile ad un disturbo mentale.

Così, pensando a questo, nel sogno mi calmai: “Ok, aspetta“, mi dissi… “Non sono pazza”.

Poi provai ad utilizzare alcune tecniche di affrontamento delle voci che ho appreso durante gli anni della mia formazione come psicoterapeuta. E così facendo, nel mio sogno, la voce smise di parlarmi.

Ma cosa sono le voci?

Perché si sentono?

Cosa vogliono?

E come bisogna affrontarle?

La verità è che tutti gli esseri umani hanno in se la capacità di sentire le voci.

Ci sono persone che le attribuiscono alla propria coscienza, ai propri angeli custodi, oppure, se sono negative, aggressive, e fastidiose, si può credere siano frutto delle proprie paure, dei propri demoni interiori non affrontati. A volte si può arrivare a credere siano le voci di qualcun altro, qualcuno di esterno a sé, altre presenze.

Qualunque sia l’origine di queste voci, e qualunque cosa si crea a riguardo, la cosa importante da tenere presente ai fini terapeutici, è che se esse al momento sono un problema nella propria vita significa che non le si sta affrontando nel modo giusto. Bisogna, dunque, battere altre strade per gestire e sciogliere i problemi che queste voci portano con sé.

Secondo Jung (e non soltanto secondo lui) le voci sono l’espressione di parti di noi che non riusciamo ad accettare. Rabbia, frustrazione, dolore, disperazione, verso situazioni irrisolte o accadute nel passato, potrebbero aver dovuto dissociarsi da noi per farsi ascoltare.

Così la “patologia” degli uditori di voci non sta allora tanto nel sentirle, quanto nel non averle ascoltate prima.

Allora la soluzione non può essere solo prendere dei farmaci per zittirle. Forse c’è qualcosa che queste voci devono dire, forse c’è qualcosa di importante per noi da scoprire. Forse, come per tutti, ci sono voci buone (che vanno ascoltate) e voci cattive (che vanno trasformate, o addirittura educate).

Di certo, finchè le voci hanno tanto potere nella propria vita da impedire di realizzare i propri desideri, e di essere le persone che si vorrebbe essere, qualcosa nel rapporto con queste voci va cambiato, e va cambiato nel modo giusto.

Ma come?

Ecco alcuni siti per scoprire di più sulle voci e su come sentirle non significhi necessariamente essere malati

http://www.sentolevoci.org/

http://www.sentirelevoci.it/ 

http://www.parlaconlevoci.it/

Inoltre esistono anche molti libri che possono aiutare ad avere a poco a poco una nuova prospettiva del sentire le voci.

Eccone alcuni:

  • Romme M. – S. Escher – J. Dillon – M. Morris, Vivere con le voci. 50 storie di guarigione. Milano, Mimesis Edizioni, 2010;
  • Salvini A. – G. Nardone, Psicoterapia delle voci e dei pensieri persecutori, in R. Bottini, Il nostro inquilino segreto. Psicologia e psicoterapia della coscienza. Milano, Adriano Salani Editore, 2011.