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Quante volte mi sono sentita dire: “Sa dottoressa, io ho un problema, ho scoperto di soffrire di dipendenza affettiva”. Ma che cos’è questa “dipendenza affettiva”? E come se ne esce? E’ una malattia incurabile? E’ solo un’etichetta creata per giustificare certi comportamenti? E’ un modo di essere che fa parte del carattere e che non può essere risolto? Cerchiamo di capire meglio. Prima di tutto, quali i sono i segnali che di solito descrivono una persona che “soffre” di dipendenza affettiva:

  • Paura di essere inadeguati a meritare o mantenere un importante legame affettivo.

  • Senso generale di disistima in se stessi e particolarmente per ciò che riguarda la propria amabilità umana e/o intelligenza o attrattiva sentimentale e sessuale.

  • Idealizzazione della persona amata la cui sola vicinanza è in grado di fornire benessere al dipendente innamorato.

  • Elargizione d’amore a senso unico, fino al limite del collasso psicofisico da stress.

  • Sottomissione caratteriale e tolleranza verso gli aspetti “negativi” della persona amata.

  • Dolore angoscioso o depressivo ad ogni separazione o possibile abbandono.

  • Tendenza ad assumersi le colpe nelle crisi di rapporto.

  • Ansia e attacchi di panico relativi a dubbi, conflitti o crisi inerenti il rapporto di dipendenza.

  • Bisogno di controllare la persona amata in ogni suo momento e in ogni suo movimento, così come anche in ogni suo pensiero.

  • Gelosia morbosa, ossessiva.

  • Riduzione progressiva dei contatti affettivi e sociali a favore del rapporto di dipendenza.

  • Rabbia e disperazione all’idea che il partner possa “godersi la vita” senza l’innamorato.

  • Compulsione a seguire e talvolta minacciare e perseguitare la persona amata che sfugge al controllo sentimentale.

Ora, se stai leggendo questo articolo, probabilmente il titolo ha attirato il tuo interesse, e leggendo questo elenco adesso nella tua testa dirai: “Oh, cavolo! Allora SOFFRO DI DIPENDENZA AFFETTIVA! OH MIO DIO E ADESSO????” No panic. La situazione può essere meno allarmante di quanto credi, perché capire dove ti trovi in questo momento, non significa doverci rimanere a vita! Anzi, è il primo passo per poter prendere una bussola, decidere dove andare, e organizzare il viaggio. Come farlo? Ne parleremo nel prossimo articolo.